Breve storia dell'archeologia by Brian Fagan

Breve storia dell'archeologia by Brian Fagan

autore:Brian Fagan
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2023-01-17T00:00:00+00:00


CAPITOLO 22

UN PALAZZO DEGNO DI UN SOVRANO

Mi infilai in una stretta apertura nell’alto recinto in pietra, ritrovandomi in un passaggio angusto tra il muro esterno e quello interno. Non avevo idea di cosa ci fosse dall’altra parte. Di fronte a me si ergeva una torre conica di pietre accuratamente posate una sopra l’altra, una struttura solida, senza porta e senza scopo apparente.

Mentre vagavo nel mosaico di edifici in muratura e fondamenta di capanni all’interno del Grande recinto di Grande Zimbabwe, mi avvolse una sensazione di smarrimento. Avevo trascorso la giornata visitando villaggi locali, composti da capanne fatte di pali e argilla e ricoperte di paglia. Il contrasto con quello che vedevo ora era sconvolgente. Perché i contadini e i pastori che abitavano quei villaggi avevano deciso di unire gli sforzi per erigere una struttura così imponente? Circondato dalla foresta, il sito appariva una presenza stranamente aliena e misteriosa. Non c’erano segni di grandi palazzi o templi, soltanto il massiccio Grande recinto che si stagliava in alto.

Grande Zimbabwe si estende per più di ventiquattro ettari. È una grande collina di granito cosparsa di enormi massi, e sovrasta un mosaico di strutture in pietra, tra cui il Grande recinto, tratto distintivo del sito. La collina, chiamata spesso l’acropoli (dal greco ‘città alta’), è un labirinto di recinti composti da blocchi di pietra e mura. Il più grande, il recinto occidentale, è stato abitato per lungo tempo.

Il Grande recinto è famoso per le sue mura di pietra altissime, costruite senza malta, e per la massiccia torre conica che svetta sulla cinta esterna. Il sovrano di Grande Zimbabwe abitava in questo complesso, probabilmente isolato dai suoi sudditi. Più a nordovest si trovano numerosi recinti minori.

Ma cos’era di preciso Grande Zimbabwe? Chiaramente, un importante centro rituale. L’acropoli era una collina sacra, isolata dal resto del sito. A giudicare da vari oggetti d’importazione, come le perline di vetro indiano, le porcellane cinesi e le conchiglie, i sovrani scambiavano il loro oro, rame e avorio con gente venuta dalla costa orientale dell’Africa. Sappiamo che qui abitavano dei sovrani perché nel Grande recinto sono stati trovati i gong in ferro, classico simbolo dei capi africani. Grazie alla datazione al radiocarbonio (vedi capitolo 27) sappiamo che Grande Zimbabwe ha prosperato tra il 950 e il 1450 circa, ed è stato abbandonato poco dopo l’arrivo delle navi portoghesi sulla costa dell’Oceano Indiano, nel 1497.

I portoghesi navigavano verso le città costiere come Malindi e Mombasa, nell’odierno Kenya, per commerciare in avorio, oro e schiavi con le genti dell’entroterra. Nel 1505 avevano costruito un avamposto commerciale a Sofala, un affermato centro di commerci islamico vicino alla foce dello Zambezi. Avevano trovato mercanti per metà africani che da lì guidavano piccole spedizioni per risalire il fiume e penetrare negli altopiani dell’entroterra, portando tessuti indiani a buon mercato, collane di perline colorate e conchiglie. In cambio i mercanti ricevevano polvere d’oro raccolta in aculei di istrice, lingotti di rame e, la merce più preziosa, zanne di elefante. Alcuni degli oggetti scambiati, come i tessuti e le porcellane cinesi, erano giunti fino a Grande Zimbabwe.



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